Bitcoin in dichiarazione redditi, è quanto emerge da due documenti dell’Agenzia delle Entrate.
Molti, negli ultimi tempi si sono affacciati al mercato dei Bitcoin e delle criptovalute in genere. Questo è un settore in piena espansione che offre diverse opportunità. Data la facilità di accesso al mercato in rete, pochissimi si sono posti delle domande di ciò che accade sotto il profilo fiscale. Il nostro fisco non poteva perdersi un’occasione così succulenta per far entrare il bitcoin in dichiarazione redditi, finalmente quindi si è pronunciato.
Come al solito l’interpretazione è retroattiva ma si possono sanare le vecchie irregolarità. Chiunque abbia detenuto in passato o detenga criptovalute, Bitcoin, Onecoin, etc., da quest’anno dovrà interrogarsi se debba o meno dichiararle nel quadro RW e magari verificare la situazione per il passato. La conclusione come al solito è impegnativa: dovremo inserire i bitcoin in dichiarazione redditi.
Sulla scia della risoluzione 72/E/2016 l’Agenzia delle Entrate della Lombardia, in risposta all’ Interpello 956-39/2018, giunge a sostenere che tutti i possessori di bitcoin o criptovalute sono soggetti, in qualche modo, a dover dichiarare le giacenze ovvero, in alcuni casi, i redditi conseguiti dalle operazioni messe in atto.
Ecco, in estrema sintesi, quanto emerge dalla lettura delle 17 pagine che compongono i due documenti sopra riportati e linkati, le due diverse situazioni che si presentano e gli obblighi che ne derivano.
ATTIVITA’ DI INTERMEDIAZIONE PROFESSIONALE ED ABITUALE
L’attività di intermediazione di valute tradizionali con bitcoin, svolta in modo professionale ed abituale, costituisce un’attività rilevante agli effetti dell’Iva, dell’Ires e dell’Irap ed è soggetta agli obblighi di adeguata verifica della clientela, di registrazione e di segnalazione previsti dal decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 (cosiddetta legge antiriciclaggio).
E qui scattano numerosi adempimenti da attuare pena gravissime conseguenze per l’intermediario che non si adegua.
PERSONE FISICHE CHE DETENGONO BITCOIN
In questa situazione, che coinvolge tutti coloro che abbiano detenuto o detengano Bitcoin, occorre valutare se si siano superati dei limiti per dover tenere conto di tale possesso nella dichiarazione dei redditi.
In estrema sintesi i parametri sono i seguenti:
Tassazione dei redditi conseguiti (quadro RT): se si sono posseduti Bitcoin o criptovalute con una giacenza media per 7 giorni consecutivi nell’anno superiore a 51.645,69 tutte le plusvalenze e le minusvalenze conseguite saranno da tassare nel quadro RT con l’aliquota sostitutiva del 26%.
Dichiarazione di possesso (quadro RW): se si sono posseduti Bitcoin detenuti al di fuori del circuito degli intermediari residenti sono da dichiarare, indipendentemente dall’importo posseduto. Non varrebbe il limite dei 15.000 euro previsti per i depositi bancari in quanto questa disponibilità finanziaria è diversa. Sembra assurdo ma per le disponibilità finanziarie diverse non vi sono limiti da superare per rientrare negli obblighi dichiarativi! Basta il posesso di 1 bitcoin. Ci auguriamo che il fisco si accorga dell’assurdità della situazione che si viene a creare, prima di qualche decennio!
L’omissione della dichiarazione comporta, come al solito, pesanti sanzioni.
Per approfondimenti ed aggiornamenti non esitare a contattarci, potremo analizzare la tua situazione e verificare il da farsi.